
LACEDONIA 2022
Questa sera di novembre un poco mite
mi accoglie in uno dei giorni in cui provo
a indovinare la mia vita e la porto
a Lacedonia dove fingevo di andare
a scuola negli anni in cui cominciavo a parlare
alle donne, era un parlare fitto
che non è mai finito, un parlare
che adesso molto spesso è scritto.
Avevo annunciato in Rete che andavo a Lacedonia
e il mio amico Antonio Trivelli mi aveva ricordato
che è il paese in cui è nata sua madre.
Mentre giro per le strade contadine
non so dove sia nata, ma penso a lei
e a tutti quelli che sono nati qui e morti altrove,
tutti quelli che avrebbero voluto tornare
e non hanno potuto.
Non è dolorosa questa sera,
non mi dà pena la visione delle porte chiuse,
c’è un silenzio che non sa di desolazione,
c’è un silenzio buono
forse perché non c’è il vento freddo
dei Balcani.
In queste case oltre ai contadini
c’erano falegnami, calzolai, barbieri,
c’erano i nati storti e i nati morti, perché
mai bisogna scordare com’era chiusa e cupa
la vita alla metà del secolo scorso.
Ma qualcuno invece di aprirla
l’ha tradita, ha tradito la madre di Antonio
la madre di Pasquale Innarella, la madre
di Tonino Di Ninno.
Tutte le nostre madri sono state tradite,
hanno pianto invano i figli morti, i figli emigrati,
ma ora, ma questa sera Lacedonia è senza spine
e ci cammino dentro come se fosse la mia fortuna
e sento il cielo e qualche voce che arriva
e mi piace il buio, mi fa quasi tenerezza
il fatto che negli ultimi anni qui e altrove
non si riesce a fare altro che nuove pavimentazioni,
posano pietre, posano omaggi a un tempo
vinto dall’asfalto, un mondo che se arrivasse
oggi uno come Lomax troverebbe vuoto
e senza canti, povero di storie nuove,
lontano da quelle antiche.
Spesso mi sono detto che non doveva andare così,
ma questa sera Lacedonia così com’è
non mi dispiace, la storia qui ha lavorato
sul levare e il paese ora somiglia alla poesia,
anche la poesia sottrae qualcosa
per dare forza a ciò che dice.
Quindi, se volete un po’ di letteratura
cercatela qui, nelle strade dove non c’è nessuno
c’è una mistica povera
che ha preso il posto della povertà
contadina. Quindi, se volete un po’ di religione
venite qui e guardate, guardare adesso
è l’unica preghiera che possiamo fare.