
Un invaso artificiale della capacità di 14 milioni di metri cubi di acqua. Il lago di San Pietro realizzato tra gli anni 50 e 60 sbarrando il corso del torrente Osento, affluente sinistro del fiume Ofanto. La grande diga in terra, realizzata dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata. Con l’invaso di San Pietro. Il progetto o meglio lo schema “OFANTO”, un sistema idrico che interessa le regioni Campania, Basilicata e Puglia. Utilizzare le acque dell’Ofanto ha avuto inizio negli anni ‘50. Lo scopo… di esaudire la cronica carenza di risorsa idrica. E di preservare l’eccessivo sfruttamento delle acque sotterranee del Tavoliere e delle Murge. La prima opera realizzata nel 1952; la Traversa di Santa Venere (Rocchetta Sant’Antonio), seguirono poi la diga del Rendina (Lavello), contemporaneamente la diga di San Pietro (Monteverde). Negli anni 1969 la costruzione della diga sul torrente Marana Capocciotti (Cerignola). Negli anni 80, per aumentare l’efficienza si realizzano altre due dighe. La diga di Conza (AV). posta su un posto strategico dell’Ofanto con la diga del Locone (Minervino) sull’omonimo torrente. Gli invasi di Conza e San Pietro, svolgono funzione di modulazione delle portate, erogando nel periodo di magra. La funzionalità di tutto il progetto, è regolata dalla Traversa di Santa Venere. Il tutto programmato con intelligenza, le acque intercettate verso l’invaso del Rendina in Basilicata, gli invasi del Locone e Marana Capacciotti in Puglia, mentre il riempimento degli invasi del basso Ofanto (territorio pugliese), assicura oltre ai deflussi propri dei torrenti sbarrati, dai fluenti invernali dell’Ofanto. La quantità di acqua, iscritti negli Elenchi delle acque pubbliche o di appartenenza al demanio ammonta 310 Mmc. coinvolgendo tre comparti: (civile 40 Mmc, irriguo 230 Mmc, industriale 40 Mmc). Sono risorse fondamentale importante per l’agricoltura e l’economia della Puglia. Lo sfruttamento delle acque dell’Ofanto, ha portato benefici e vantaggi all’agricoltura. I numerosi problemi di erosione, lungo la linea di costa. Nel 1957 il delta del fiume Ofanto sfociava nel mare Adriatico per oltre 500 metri. Attualmente l’erosione ha cancellato ampi tratti del litorale tra Barletta e Margherita di Savoia, il delta non esista più.
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