Sciopero metalmeccanici, Bentivogli (Fim): “Governo come Schettino”. In piazza a Milano, Firenze e Napoli. Landini: “Sciopero generale? Non escludiamo nulla”. Periodo difficile per molte aziende, a rischio ci sono fino a 280 mila posti di lavoro. MILANO – I metalmeccanici incrociano le braccia: sono partite le manifestazioni simultanee a Milano, Firenze e Napoli. Iniziative unitarie promosse da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, per chiedere al governo e alle imprese di mettere al centro il lavoro, l’industria, i salari, i diritti. “Futuro per l’industria”, è lo slogan che accompagna le manifestazioni in una delle ultime tappe del percorso unitario che i sindacati hanno inaugurato a piazza San Giovanni a Roma, il 9 febbraio scorso che dovrebbe chiudersi il 22 giugno a Reggio Calabria, per il Sud.
Presenti alle manifestazioni le delegazioni delle tre sigle: a Milano i segretari generali della Cgil Maurizio Landini e della Fim Marco Bentivogli; a Firenze i segretari generali della Cisl Annamaria Furlan e della Uilm Rocco Palombella; a Napoli i segretari generali della Uil Carmelo Barbagallo e della Fiom Francesca Re David. Il primo ad attaccare il governo è proprio Bentivogli, che accusa l’esecutivo che “in questa permanente campagna elettorale fa un pò come Schettino: si avvicina alla scogliera per prendere applausi ma sta facendo affondare la nave”. Landini è invece tornato su un tema già sollevato nei giorni scorsi, la possibilità concreta di uno sciopero generale: “Quello lo valuteremo assieme. Se il Governo continua a non ascoltarci visto che adesso deve decidere cosa fare rispetto a cosa chiede l’Europa e con la legge di Stabilità, è chiaro che non escludiamo nulla”.
Non è certo un periodo facile, per molte aziende in Italia. Basta pensare ai casi caldi della Whirlpool a Napoli e della ArcelorMittal, l’ex Ilva, in Puglia che è tornata a chiedere la cassa integrazione. A seconda della piega che prenderanno le vertenze, il numero dei lavoratori a rischio “va dagli 80.000 ai 280.000”, secondo calcoli della Fim.
E proprio sul caso Whirlpool, attacca Barbagalo: “Il primo passo che ha fatto il Governo va bene ma non basta, perché se la Whirlpool ha preso 200 milioni e passa negli anni, se ne facciamo restituire loro solo 5 li avranno messi nel conto. Bisogna che restituiscano il maltolto, che sono tutti i 200 milioni che si sono presi nel tempo”. Contro la “desertificazione industriale al Sud” e “salari troppo bassi” punta invece il dito Re David.
Sciopero dei metalmeccanici, a Napoli aprono il corteo le donne della Whirlpool
I sindacati partono dalla richiesta per il rilancio degli investimenti pubblici e privati ed il sostegno all’occupazione: temi che, insistono, vanno rimessi al centro dell’agenda politica. Denunciano “la mancanza di una qualsiasi idea di politica industriale” nel Paese, che sta diventando un territorio di conquista delle multinazionali con la conseguenza, avvertono, che l’Italia sta perdendo la sua ricchezza manifatturiera. E chiedono più salute e sicurezza, dicendo basta agli incidenti ed alle vittime sul lavoro. In parallelo viaggia uno sciopero del sindacato autonomo Fismic-Confsal, per chiedere un cambiamento della politica economica del governo che “sia più attenta alle questioni dell’occupazione e dello sviluppo economico”, con due manifestazioni: a Torino per le regioni del nord e a Melfi (Potenza) per le regioni del centro-sud.
Michele Franscioni.