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L’AMERICA PARLA OBAMA

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Michele Bortone comunicato del 06/11/2008

Il sogno di Martin Luther King è diventato realtà: Obama figlio di un immigrato keniano e di una donna bianca del Kansas. Ha vissuto la sua infanzia tra le Hawaii . Il padre, Barak senior studente straniero, vince una borsa di studio concessa a ragazzi africani; per formare la nuova classe dirigente del continente nero. La madre, Ann Dunham, anche lei studentessa. Niente scandalo in famiglia, ma il matrimonio  tra i due non funzionerà. Barak senior completò gli studi ad Harward, poi torna in Kenia per tener fede alla promessa verso il suo paese.

La madre,  si risposò con un indonesiano, ed il giovane Barak visse parte dell’infanzia a Giakarta, dove nacque la sorellastra. Torna in America, Obama ripercorre da una parte e dall’altra degli Stati Uniti rincorrendo i suoi progetti, le sue aspirazioni, e il suo impegno civico e sociale. Obama, oltre ad essere un trascinatore di platee, sembra  avere doti di narratore. La scrittura è fluida, la pagina vibra dei ricordi personali, degli aneddoti davanti agli album di famiglia. L’edentità e la razza, il suo essere “multietnico” diventa  lo strumento di una sperimentazione quotidiana  se stesso ed il mondo che lo circonda. Confessa di aver fatto uso di droga, di essersi introdotto in quel confine fatto di alcool e stupefacenti che può portare al baratro ai fallimenti..

Il ritorno in Africa è forse uno dei momenti più intensi del libro, il viaggio in Kenia, in occasione della morte del padre in un incidente. Le beghe familiari fotocopie e uguale a quelle di qualunque altro paese. E torna puntuale, il tema della razza, dei diversi modi e dai diversi colori che si hanno di fronte, Africa come in America, e come in Europa. Ma è una ossessione un chiodo fisso fino a esaurirsi in un’unica realtà e a capire che la razza è solo una fantasia umana, una chimera di fanatismo.

Chi è dunque Barak Obama?

I sogni di suo padre un racconto intorno al fuoco, Una storia di vita vissuta che val la pena di leggere. E poco importa se, nelle turbolente primarie che ha spesso dimostrato una preferenza per la Clinton, ha polemicamente sostenuto Obama. I cittadini americani decidono che Barack Hussein Obama sarà il primo presidente nero degli Stati Uniti.I democratici confermano e allargano le maggioranze alla Camera “circa di 20 seggi in più” e al Senato “almeno 5 seggi in più”, per la prima volta da 16 anni controllano il potere esecutivo e legislativo.

L’uragano Obama invade gran parte dell’America, entusiasmo e delirio possono convivere, non si paga sognare se poi diventano realtà.

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