Pubblicato l’8 dicembre 2015
Lugano. Michele Bortone ci presenta un brano del suo ultimo libro
“La baita dalle betulle rosse” (pagine 304, edizioni Safm Records)
La cui presentazione ufficiale è avvenuta in Svizzera, in un quartiere di Lugano. La storia è ambientata in un villaggio campestre, dove resta tipico lo stile di vita degli anni ’50 dello scorso secolo (“anni – egli rileva – della nostra infanzia e adolescenza”) e tra i protagonisti Claudio, Don Vincenzo, Antonio, Serena e la signora Anderson. L’autore (come dice nella sua prefazione Enzo Di Gironimo) li ha rapidamente ben tracciati: contadini che annotano una tipica diffidenza verso il forestiero che, una volta conosciutane la lealtà, può creare amicizia che sviluppa quell’ospitalità spontanea, semplice sincera, tipica della cultura contadina delle genti di montagna. E nasce così quell’ospitalità che si concreta in orecchiette fumanti, prosciutto, salsicce e un buon autentico vino.
Ma ecco il brano che ci presenta, tratto appunto da questo libro.
“L’amico della baita diventò il protetto della signora Anderson, e il chierichetto di Don Vincenzo. Serena appiccicata al mio braccio mi confidò: — Claudio, restiamo assieme senza sposarci. — Come vuoi, ragazza. Ma i tuoi cosa diranno?
— Non avranno niente da dire, sono maggiorenne.
Non mi sarei mai aspettato da Serena una proposta del genere. Accettai commosso. Per stare con me, lasciava la famiglia, anche senza il matrimonio, così, veramente per amore. Così facemmo.
Passò il tempo. Serena studiò e diventò anche lei un’esperta giornalista. Il paese Desperado si ingrandiva di giorno in giorno. I pochi chilometri che lo separavano da Pianella quasi scomparvero per le costruzioni che nascevano, fino a diventare un unico paese. Il cartello di confine scomparve, ma non le abitudini.
La baita, sistemata a parco giochi, diventò un ritrovo per tante occasioni.
Anni dopo, volli ritornare in quel che ritenevo il paesello di Desperado, ormai diventato un quartiere di Pianella. Non trovai traccia della signora Anderson, come pure della sua abitazione. La Chiesa non mi parve la stessa. Solo il fiume continuava a scorrere tra argini ormai cementificati. Fermai una ragazza chiedendo informazioni su Desperado e sulle vicende che avevo vissuto.
La risposta mi sconvolse.
— Non è mai esistito il paese Desperado.
Rimasi turbato, incredulo.
— Grazie per l’informazione. Mi presento. Mi chiamo Claudio.
— Io Anna. È stato un piacere. Sicuramente lei ha sognato, oppure ha vissuto una favola senza rendersi conto che l’ha inventata lei”.
Michele Bortone, emigrato da Lacedonia (Campania) a Lugano dal 1968, è fra l’altro l’autore di diverse canzoni, tra cui: “L’amore” (dedicata alla Principessa Diana), “Ci incontriamo a Lugano”, “Pazzo Amore”, “Fiori d’arancio”, “Dedicato ad un’amica”.
Ha creato l’Associazione Lacedoniesi e Campani nel mondo, di cui è presidente ed è stato direttore artistico del Festival Internazionale della canzone inedita “Ci incontriamo a Lugano”. Cura le edizioni discografiche Safm Records e sue poesie e articoli sono inseriti in pagine web. Diversi i premi assegnatigli.
Per informazioni e richieste di questo suo ultimo volume, indirizzare: Michele Bortone – Edizioni Safm Records – 6900 Lugano CH oppure inviare e-mail a: bortmik@sunrise.ch
Nella foto l’autore Michele Bortone e la copertina del suo libro “La baita dalle betulle rosse”.
(Nino Bellinvia)