L’Irpinia e la Basilicata fu devastata, il dolore e la paura mi è rimasta dentro, ricordo quella pagina del Mattino con la scritta “fate presto”! Il terremoto del 23 novembre 1980 ha sconvolto e cambiato il volto della Campania, in Irpinia le cifre si commentano da sole: morti 2998, feriti 8245, i senzatetto 234.960. Sul terremoto dell’Irpinia si è parlato, argomenti poveri e di poca credibilità, tanti altri montati ad arte. Se attraversiamo oggi l’Irpinia del Cratere, troviamo ancora le tracce e ferite di quella terribile domenica. Mi guardo dentro, la paura, l’ansia mi assale nel ricordare quelle notizie non stop alla Tv. Cerco di gestire il dolore, l’emozione e lo sfogo dell’anima è il pianto. Si dice che tutto passa, il tempo e fa dimenticare, sono trascorsi venti setti anni, ma sembrano soltanto venti sette giorni. Tutto si commenta da solo, il verde è sempre più verde di una Irpinia sempre più bella.
Foto Paolo Cusano
Ventitré novembre 1980
Pensavo fra un mese è Natale
e quanti ricordi di amici e miei cari lontani,
vola il mio pensiero tra loro
rincorrendosi con la luce,
il mio cuore palpita e mi dice,
questo giorno non finisce mai.
Vai speranza corri anche tu tra loro
non chiudere mai il tramonto,
e non fermarti a guardare,
fai che la notte non insegua più il giorno
e fermi il vento che mi porta il pianto,
e le grida di aiuto di quella povera gente.
Michele Bortone
dalla Redazione di Sondrio
Pubblichiamo per un ricordo particolare. Alle 19.36 il terremoto. Intorno alle 23 prime,. Frammentarie notizie in TV. Alle 23.30 telefonata di chi scrive, allora Sindaco di Sondrio, al Presidente della Croce Rossa Vido: “Vediamoci domattina perché deve essere una cosa grossa. Mancano notizie, anche di vittime ma le segnalazioni sono di una zona troppo vasta per non essere qualcosa di grave. Alle 9 del giorno dopo Sindaco e Presidente si vedevano e concordavano invio di soccorsi. Il tempo di orizzontarci, di trovare una base di riferimento, scelta dall’on. Paolo Moro recatosi in zona (Buccino) e partiva “la colonna Sondrio”.
Una colonna in tutto autosufficiente per attrezzature, sanità (con ospedale da campo pronto a operare fornito dal Presidente del Morelli), persino per l’acqua, cibo, radio, sistema di comunicazioni, vademecum e assicurazione per ogni partecipante. Colonna ritenuta laggiù quella meglio organizzata dopo quella della Protezione Civile tedesca, e che ha avuto una punta di 160 uomini costantemente riforniti da Sondrio. Dopo la grande calamità del 1987 che ha colpito la Valtellina nella trasmissione di Gad Lerdner, credo fosse “Milano Italia”, trasmessa in diretta da Sondrio sono stati presenti anche alcuni Sindaci delle zone montane dell’Irpinia. Sembravano i Sindaci valtellinesi, anche per le realizzazioni fatte in modo meritevole. Un atto di giustizia nei loro confronti, in Comuni montani come i nostri e con la mentalità e il costume dei montanari puntare il dito contro una ingiusta generalizzazione negativa per gli interventi laggiù del post-terremoto, vergognosa nei confronti di chi si è comportato come deve comportarsi un pubblico amministratore. . (Alberto Frizziero)
Da Lacedonia a Lugano: Michele Bortone porta l'Irpinia nel mondo.
Delicatezza, sensibilità estro e passione. Sono le caratteristiche di Michele Bortone, irpino trapiantato ormai in Svizzera, balzato agli onori della cronaca per aver composto una canzone in memoria della Principessa Diana. “L’amore”, questo il titolo del brano, è cantata da Manuela Barbaro e fa parte della compilation di otto pezzi “Il meglio di Michele Bortone”.
Michele Bortone, dotato di viva intelligenza, d’ingegno creativo ed eclettico, oltre a questa ha scritto tante altre poesie di rara semplicità e purezza lirica,vive a Lugano, ma proviene dalla verde Irpinia, terra di tanti personaggi (basta ricordare Guido Dorso e Francesco De Sanctis).
Nato a Lacedonia, emigrato a Lugano dal 1968, inizia la sua carriera nel 1980 incidendo un disco dal titolo “Pazzo Amore”. Da quel momento le collaborazioni con noti artisti quali Little Tony e Carmelo Zapulla hanno portato Bortone a numerosi riconoscimenti e premi. In un’intervista, rilasciata alla televisione Svizzera, dice, fa l’altro, che odia isolarsi, che ama vivere tra la gente e vorrebbe che il mondo vivesse in pace. A Lugano ha creato, insieme a altri lacedoniesi, l’Associazione Culturale Lacedonia. Fra l’altro è l’ideatore del progetto del Premio Internazionale di poesia, narrativa, pittura e musica “Francesco De Sanctis” ed attuale presidente della “Associazione lacedoniesi e Campani nel Mondo”. È stato il direttore artistico del festival Internazionale della canzone Ci incontriamo a Lugano.
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